L’artigianato pastorale

I campanacci di transumanza occupano un posto privilegiato. Alcuni grossi campanacci vengono ornati da collari finemente scolpiti. Raramente utilizzati oggi, occupano un posto rilevante nella casa dell’allevatore, supporto della memoria dell’epoca della transumanza a piedi, di cui conservano l’odore penetrante dell’animale che lo ha indossato, in particolare del caprone.

Le chiavette, piccoli pezzi di legno, servono a aprire e chiudere il collare. La maggiore parte di esse sono in bosso, ma se ne trovano anche alcune in citiso o in noce. Vengono talvolta fabbricate o finemente incise dal pastore mentre custodisce il proprio gregge.

Alcuni bastoni o fruste da pastore sono vere e proprie opere d’arte, in particolare quelli realizzati da Michel Carnino, pastore transumante tra gli anni ’50 e ‘70, e chiamato dai suoi pari «l’artista». Su un bastone di cui non si separava mai, aveva per esempio rappresentato la transumanza del suo gregge, dalla pianura della Crau fino alle montagne delle Alpi. Alcuni dei suoi bastoni sono conservati in vari musei francesi.

Si trovano anche coltelli con un manico ornato da una testa di merino, taglieri, calci di fucili… Questa arte di lavorazione del legno (incisione, scultura) è oggi ancora abbastanza diffusa, in particolare tra i pastori alpini.

La biasse, grande bisaccia di cuoio a tracolla dotata di una larga cinghia, è talvolta ornata da chiodi di rame e disegni. Le iniziali o il nome del suo proprietario e l’anno della sua realizzazione vi sono spesso rappresentati.