Dalla Provenza al Piemonte
Il mestiere di pastore è sicuramente uno dei lavori più antichi del mondo. In Provenza, può sembrare immutabile dato che la sua presenza è impressa in modo indelebile nella memoria della gente.
Se ne trovano tracce in tutti i territori: ovili della Crau e della Camargue, capanne in pietra a secco nelle colline ed i massicci di bassa quota, macereti (o ammassi di pietre), canali di irrigazione (o bélières), vestigia dei fienili e capanne pastorali delle Alpi del Sud.
La pianura della Crau è il luogo privilegiato per ritrovare vecchie tracce dell’emigrazione dei pastori piemontesi e più in generale dei pastori alpini.
Sulle pareti degli ovili, dei capannoni e dei pozzi tuttora utilizzati, le generazioni di pastori si sono susseguite e hanno lasciato centinaia di incisioni e graffiti.
Queste iscrizioni sono per la maggior parte di esse costituite da toponimi, cognomi, date… Questo corpus ci permette di disegnare una mappa delle provenienze dei pastori, che ricopre quella del territorio della transumanza provenzale-alpina.
Questi pastori erano soprattutto dei montanari, degli alpini di lingua occitana provenienti da regioni anche lontane dalle pianure del littorale provenzale come ii Vercors, l’Oisans, il Dévoluy, l’Embrunais, l’Ubaye e, ovviamente, le valle piemontesi, essenzialmente le valli Stura, Grana o Maira, valli di cultura provenzale (G. Lebaudy).
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