Tratturi o vie della transumanza

I sentieri della transumanza

I tratturi e le vie della transumanza furono le prime vie di comunicazione tra le pianure della Bassa Provenza e le montagne alpine. Al fine di facilitare la progressione del bestiame, questi sentieri di transumanza raggiungevano fino a cento metri di larghezza e, non tenendo affatto conto dei dislivelli, erano nella misura del possibile tracciati in linea retta. Gli itinerari prendevano preferibilmente la linea delle creste delle regioni collinari e semi-montagnose, al fine di evitare le valli e le pianure coltivate, i centri abitati dove le dispute con gli abitanti erano frequenti.

I tratturi erano delimitati da pietre infissate due per due, da entrambi i loro lati. Ogni quattro o cinque metri, vi erano mucchi di pietre che delimitavano il tracciato per fare in modo che le greggi potessero percorrerli anche di notte.

Queste strade erano vie pubbliche e quindi inalienabili. La loro manutenzione veniva finanziata dai diritti versati ai comuni dai capitalisti, nome dato ai proprietari arlesiani delle greggi.

Con il passare dei secoli, queste strade pastorali furono difficili da conservare dato l’invasione sempre più importante dei confinanti che ne contestavano in particolare la larghezza, e la voglia crescente dei comuni di recuperarle. Infatti, i sentieri venivano utilizzati solo due mesi all’anno, un mese durante l’autunno e un mese durante la primavera. I confinanti non esitavano, nel frattempo, a invaderli. Ciò diede luogo a numerosi scontri, che regolamentazioni ad hoc non riuscivano a evitare.

I transumanti, stanchi di una lotta senza fine e risultato, abbandonarono nel corso del XIX secolo queste strade tradizionali per utilizzare quelle della valle.